ICON
Cultura – “L’insieme delle cognizioni intellettuali che una persona ha acquisito attraverso lo studio e l’esperienza, rielaborandole peraltro con un personale e profondo ripensamento così da convertire le nozioni da semplice erudizione in elemento costitutivo della sua personalità morale, della sua spiritualità e del suo gusto estetico, e, in breve, nella consapevolezza di sé e del proprio mondo.”
“Siamo molto legati a questo volto, è lo stesso che disegnavamo da ragazzini, in accademia, quando imparavamo le proporzioni, l’armonia.” – URBANSOLID
La tematica dell’impoverimento culturale ricorre spesso nelle opere di Urbansolid. Un concetto che il duo artistico cerca di esprimere con forza in ogni sua opera. In alcune lasciandola più sfumata, un retropensiero, in altre palesandola come un monito.
Nell’opera “Icon” il tema viene esplicitato in modo netto, mediante la contrapposizione di due elementi apparentemente inconiugabili. Una testa classica caduta sul cavallo di Frisia. Il concetto stesso di armonia, di bellezza viene sovrapposto ad uno degli elementi più emblematici della guerra, della distruzione. Una contrapposizione iconica forte, che crea il paradosso tipico delle opere di Urbansolid.
Urbansolid si aggrappa al significato più viscerale di guerra, alla sua azione brutale di cancellazione, di negazione e annientamento della cultura altrui, contrapponendolo all’esperienza artistica, quel complesso esercizio umano che è la manifestazione più alta di cultura, capace di trascendere lo spazio e il tempo.
Per quanto paradossale, il cavallo di Frisia, sostituendo il piedistallo su cui solitamente poggiano le opere d’arte, innesta il processo semantico, cogliendone la sua parte più greve, risvegliando il nostro “senso di colpa sociale”: la guerra, nel suo essere evento estremo, pone davanti ai nostri occhi la distruzione, la cancellazione culturale. Se la testa fosse caduta semplicemente al suolo, forse, molti di noi non si sarebbero accorti del continuo e incessante processo di svuotamento dei contenuti, della morale, della bellezza.
Una presa di coscienza, un risveglio duro dai nostri sogni di benessere, un urlo nel bel mezzo della notte che ci riporta con i piedi per terra mettendoci in relazione diretta e cruda con l’orrore sociale e culturale che accade “semplicemente” ogni giorno.