Il Principe Mercante
In occasione della Fashion Days 2025, Urbansolid propone l’opera “Il Principe Mercante”. Con un intervento di impacchettamento, che ricorda i più famosi “Wrapped” di Christo e Jeanne-Claude, il duo bustocco cela al nostro sguardo il monumento equestre di Enrico Dell’Acqua che si trova nella piazza antistante la stazione ferroviaria di Busto Arsizio.
Il ruolo pionieristico di Dell’Acqua gli valse, oltre a diversi riconoscimenti ufficiali, il soprannome di “Principe Mercante”, così definito, nel 1910, dall’allora Presidente della Repubblica Luigi Einaudi. Oltre a sviluppare l’industria tessile del territorio bustocco, il suo grande merito fu quello di stabilire relazioni commerciali con l’estero, in particolare con il Sud America. L’esperienza di Dell’Acqua contribuì a sviluppare il settore tessile locale e a donargli respiro internazionale, generando un insieme di competenze, un saper fare, un “clima” che ha permeato la vita del territorio, definendone l’identità culturale, che si è fatta esperienza storica attraverso un continuo processo di sedimentazione semantica e di contaminazione culturale.
L’opera di Urbansolid “Il Principe Mercante” fa riaffiorare alla memoria i lavori di Christo, in particolare quelli ascrivibili al movimento Nouveau Réalisme, ancor prima dei grandi lavori di Land Art. Negli impacchettamenti eseguiti mediante l’utilizzo di cellophane o di grandi teli bianchi e corde, l’artista bulgaro evidenzia il valore simbolico degli elementi nascosti. Un modo per porre l’accento su oggetti di uso comune che, estrapolati dalla vita quotidiana, diventano improvvisamente oggetto della nostra attenzione, si ricompongono nella nostra esperienza di un ritrovato senso.
Nella storia dell’arte contemporanea, quando ci troviamo di fronte ad un’opera cancellata, nascosta, imbrigliata, o addirittura deturpata, eliminata in parte o nella sua interezza, l’intento non è mai quello di sottrarre o negare qualcosa, ma, al contrario, di aggiungere senso.
Gli esempi sono innumerevoli: da Rauschenberg che cancella un quadro di De Koonig, a Latham che strappa e mastica le pagine di un testo chiave del formalismo modernista. Da Fontana che taglia le sue tele, a Burri che con le sue bruciature ripercorre i traumi della guerra. Passando per Isgrò, con le sue iconiche cancellazioni della Costituzione italiana e di svariati codici giuridici, per finire con l’opera di Banksy che si autodistrugge una volta battuta all’asta.
L’accostamento a Christo risulta ancora più evidente se paragonato allo storico happening del 1970, tenutosi a Milano in occasione del decimo anniversario della nascita ufficiale del Nouveau Réalisme, che vide come oggetto dell’empaquetage il monumento di Leonardo Da Vinci in Piazza della Scala.
Il proposito dell’opera di Urbansolid si concretizza in un gesto apparentemente semplice: nascondere ai cittadini di Busto Arsizio la propria storia, e, in questo modo, porre l’accento su di essa. Coprendo la statua, celandola, lo spazio subisce un’interruzione visiva che mette in crisi le aspettative dello sguardo, stimolando l’immaginazione e la memoria dell’osservatore. Il cortocircuito tipico dei lavori di Urbansolid, in quest’opera, insiste sulla memoria collettiva. La privazione ci riporta alla consapevolezza di quanto intimamente il nostro essere sia legato al territorio. Le strade, grazie alle opere di Urbansolid, diventano ancora una volta luogo di interazione, in cui fermarsi, riflettere, osservare.
I tessuti selezionati per coprire il monumento equestre, a differenza di quelli scelti da Christo, che prediligeva teli monocromi, riprendono i tratti Pop tipici di Urbansolid, che si serve del colore come elemento di sintesi. Una sorta di espediente cromatico per richiamare l’attenzione sulle bandiere che circondano la statua del Principe Mercante e sul suo carattere internazionale.
Come per l’opera “Get Out” presso il carcere storico di Busto Arsizio, la scelta dei tessuti rappresenta l’elemento di continuità storica. I drappi colorati, infatti, sono stati donati da una azienda tessili bustocca, la Beppetex, presente sul territorio fin dal 1597. Un filo teso fra passato e presente, su cui inciampano i nostri sguardi distratti dalla modernità, troppo indaffarati per cogliere, comprendere, stare.
L’opera di Urbansolid rappresenta il punto di ingresso ideale della Fashion Days bustocca, un invito green da parte del Comune di Busto a raggiungere la città utilizzando il treno, scoprendo così l’evento dedicato alla moda, alla cultura e all’arte, proprio a partire dall’opera posta di fronte alla stazione ferroviaria.
“Siamo cresciuti in questa città e come molti siamo caduti in un errore banale: non ci siamo mai chiesti a chi fosse dedicata la statua che si trova nella piazza della stazione. Abbiamo chiesto un po’ in giro a chi questi luoghi li ha calpestati molto più di noi, e sono in pochi a ricordare la storia di Enrico Dell’Acqua. Peccato, sarebbe proprio una bella storia da raccontare, la nostra storia” – URBANSOLID